sabato 12 luglio 2008

Mi presento

Spiego il motivo dell'inserimento della poesia "Quelle pallide domeniche" ad apertura del mio blog: si tratta di una delle poesie più vicine a me indipendentemente dai tempi e dai luoghi.

Dai miei ricordi più lontani, da quando forse ho acquisito una coscienza, ho sempre visto il mondo in una luce particolare, spesso diversa da chi mi circondava. Ho cercato sempre di lasciare un'impronta, pur da silenziosa e riservata. Dall'adolescenza i miei aspetti contraddittori sono emersi, alimentati dalle notti bianche (dormivo il pomeriggio...) tra libri del liceo, sonetti ispirati dai miei amori idealizzati e Radio Marte (una radio napoletana) a farmi compagnia. Costruivo il mio "Imma-sistema", con le mie amiche donzelle, con cui si commentavano le serate in comitiva sul corso Secondigliano, fuori chiesa o in palestra, i comportamenti contraddittori dei molluschi (i ragazzi conosciuti, in cui spesso riponevamo troppe aspettative) e le pulselle (le ragazze che ce li soffiavano, più intraprendenti di noi belle addormentate!). Aleggiava sempre un'aria di attesa, tra i nostri lamenti per i fati avversi, a volte volutamente grotteschi, e le nostre espressioni creative (scritti, giornalini, partecipazioni a programmi in radio...).

Quei tempi sono passati. Le mie amiche si sono ormai quasi tutte "sistemate". Ho interrotto nell'aprile 2006 uno dei miei legami più profondi... non pensate a uomini! si tratta del "legame" con l'università, che mi ha accompagnata per diversi anni (anche fuori corso) in combinazione con diversi lavori e relazioni sentimentali; e allora ho dovuto fermarmi un attimo e guardarmi intorno. Che fare? Continuare a lavorare al negozio di telefonini a Napoli, cercando qualcosa di meglio e di adeguarmi al sistema cercando marito? Oppure cercare di crearmi ancora un nuovo gruppo di "sopravvissuti"?

Ho preferito approfittare dell'occasione. Libera da impegni sentimentali, con la laurea ormai in tasca, ho deciso di prendere anch'io la mia via, ma partendo a vedere il mondo. Qualcosa nei miei programmi però è andato storto: mi sono trovata scaraventata in una vallata ignota tra le Alpi Svizzere... non era proprio quello che mi figuravo nei progetti!

Parlerò in seguito della permanenza a Sion. Ora arrivo al dunque: perché la poesia?

In me alberga ancora qualcosa di quella 16enne inquieta. In tanti anni ho avuto dei periodi di adeguamento al mondo, ma poi mi sono sempre resa conto di essere più "me" quando riuscivo a mantenere la parte che desidera cambiarlo. Spero di mantenere sempre e comunque questa parte inquieta e che anche le amiche non si lascino travolgere completamente da questo sistema che tranquillizza, ma talvolta spegne. Allora ecco la poesia che parla di amicizia, che trova alimento proprio da ideali e passioni. Dedicata naturalmente alle mie amiche storiche.

3 commenti:

  1. Volano le parole, come carte bruciate, come polline nell'aria cercano il terreno per nuove vite ereditiere del detto , scontrandosi con il mistero del luogo verso
    la causalità del nuovo.
    Queste sono le cose che più attraggono , osservare, attenti e discreti , e cercare tra parole altrove, qualcosa da vestire.
    Benvenuta.

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  2. Aspettiamo le produzioni sulla permanenza sioniana...:)Lu

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  3. eh...certo che passare da Napoli alla svizzera...! buon dio.... comunque, si può fare...io sono di portici, e vivo ad asti in mezzo ai boschi...ma ho fortuna: non sono tutto napoletano, sono un mezzo sangue. probabilmente un meriggio incrociato con un lupo....e così sopravvivo in mezzo ai boschi, più o meno felicemente...! buena vida, Napoletana in cattività..

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